Donadio: 2020 Giovani & Socials

La Donadio Srls ha commissionato un analisi sociologica e di marketing per meglio comprendere l’oscuro mondo dei giovanissimi, dei socials e comprendere le differenze generazionali.

 

Ovviamente particolare attenzione è stata rivolta al loro modo di scegliere cosa comprare, le loro attitudini agli acquisti e la valenza di eventuali pubblicità o comunicazione.

 

 

 

Insieme ad una società di statistica è stato elaborato un complicato quanto accattivante sistema che tende ad “ATTIVARE” gli utenti, interessandoli in modo NON generico (premi, possibilità di vincite…) ma bensì utilizzando un sistema soggettivo e sartoriale e cercando quindi di offrire all’utente la possibilità di ottenere una soddisfazione personale (quindi diversa da utente a utente) in maniera immediata o nel medio periodo.

 

Mi piacerebbe scrivere anche del lungo periodo, ma nessuno degli interpellati è mai giunto a quel punto.

 

 

 

Lo studio è stato compiuto su 2834 Utenti dai 16 ai 23 anni, attraverso mail, socials, chat e telefonate oltre che con inserzioni pubblicitarie su 4 principali siti web.

 

 

 

Vediamo, dati alla mano, le risposta ottenute, nelle conclusioni cercherò di tracciare una linea e fornirò dati più specifici sulla ricerca:

 

 

 

Il prima dato è già di per sé esplicativo; dei 2834 utenti contattati, a cui è stato spiegato, dimostrato e consolidato il loro beneficio, “solo 315 hanno inviato una mail.

 

Ai 315 utenti che hanno effettivamente inviato la mail, è stato chiesto di compilare un form on line, molto snello e assolutamente fruibile con risposte a scorrimento (quindi senza dover scrivere se non il proprio nome e cognome). Ebbene, abbiamo ricevuto 18 form compilati.

 

In fine, ai 18 che hanno compilato, è stato mandato formale invito a “riscuotere” la ricompensa. Ad oggi nessuno si è mai presentato.

 

Da 2834 a 0.

 

 

 

Vorrei porre l’accento sulla particolarità del progetto, che ha creato per ogni utente un interesse soggettivo, non si trattava quindi di un generico vinci un viaggio o una fornitura di biscotti, ma bensì nella soddisfazione di un ben determinato desiderio diverso da profilo a profilo. E’ stato anche offerto, per meglio capire, la possibilità di aumentare i propri followers, di partecipare ad un colloquio di lavoro e via dicendo.

 

 

 

A quanto pare la loro voglia di riuscire o ottenere un beneficio, si scontra contro la loro poca propensione al lavorare per ottenere, al muoversi ed agire. L’attrito generato per ottenere era assolutamente minimo. Il gesto stesso di inviare un mail, sebbene possa sembrare una operazione semplice e dal minimo sforzo, ha “raffreddato” la maggior parte delle persone di quella fascia di età.

 

Il 4% circa delle mail inviate, inoltre, risulta esser spedito da qualcun altro, ( genitore, amico, parente).

 

 

 

Va inoltre precisato che dei 2519 utenti che non hanno inviato una banale email, non hanno nemmeno fornito giustificazioni sul perché non l’hanno inviata. Semplicemente, non hanno più risposto.

 

La loro attenzione o per meglio dire, la loro voglia è semplicemente decaduta, spenta.

 

 

 

Va a mio parere sottolineato che il periodo in cui è stata portata avanti questa analisi ha conciso in buona parte con il lock down del covid19, quindi, particolari “distrazioni” o  altre priorità non erano pressanti.

 

 

 

Lo scoglio del form on line ha fatto crollare del tutto la voglia, l’interesse.

 

 

 

L’attrito gioca un fattore importante, l’esplosione di tiktok ne è dimostrazione, la capacità di attenzione su un unico singolo impulso ha una durata minima e non ripetibile, il consumare incessantemente e compulsivamente la novità e l’estenuante ricerca del nuovo, hanno raggiunto livelli che vanno oltre la capacità sensoriale.

 

Assumiamo impulsi che il cervello non riesce più ad elaborare.

 

 

 

Lo studio è stato eseguito su utenti definiti “comuni” ma che hanno pochi interessi nella vita ( in base ai loro post o stories). Sono stati volutamente esclusi ragazzi e ragazze che fanno sport, che coltivino hobby che siano iscritti ad associazioni di volontariato e via discorrendo.

 

 

 

Mia personale considerazione è che trovo veramente significativo la differenza generazionale e pongo sul banco degli imputati, i genitori prima di tutto e poi i socials. Credo fortemente in una “ colpa dei genitori” aventi una fascia di età dai 45 ai 60 anni. Ad avvalorare la mia idea prendo un precedente studio simile condotto negli anni 80’ con premio fisso, e contatti via telefono o addirittura raccomandata postale. Dei 1000 interpellati sono giunte più di 18000 risposte.

 

 

Scrivi commento

Commenti: 0